Racconto breve

Er giardiniere

di Antonio Agrestini

In quel giardino ci hanno trascorso l'infanzia mio nonno, mio padre, poi io e i miei fratelli, i miei cugini. Anni dopo ci ho trascorso l'estate con mio marito e i miei figli. C'era tutta la mia vita in quel giardino, capisce?»

«Sì, certo, ma nun l'ho mica fatto apposta! E poi er giardino se sistema, 'o potemo fà più bello de prima. Se lei me dà 'a possibilità vengo a rimette tutto a posto, je faccio 'n bel lavoro, me creda! Sò bravo pure a falli nasce i giardini ortre che a distruggeli. Me dia 'na possibilità, 'a prego! L'estate prossima ciavrà 'n giardino bellissimo.»

«Se ne vada!»

Uscii ner cortile da'a clinica, ero disperato. Ironia da'a sorte me trovai davanti ar giardino da'a clinica, 'n giardino grosso e tenuto male, quasi abbandonato. Me balenò 'n testa 'n'idea assurda, tanto nun ciavevo gnente da perde. Rientrai, chiesi der direttore, me indicarono l'urtima porta der coridoio. Er direttore era 'n ragazzo giovane, arto coi cappelli lisci, gentile e soridente.

«Me scusi, direttore, sò capitato qua per caso, sò venuto a trovà 'a contessa Alberta...»

«Ah, lei è un amico della contessa?»

«No! Amico direi proprio de no, 'a conosco, diciamo.»

«Bene. Cosa desiderava chiedermi?»

«Ecco, ho visto er giardino qua fori e, me scusi se 'o dico così diretto, ma sembra 'n po' abbandonato. Sì, 'nsomma, nun è che per caso ve serve 'n giardiniere?»

«Lei è un giardiniere?»

«Sì.»

«In effetti abbiamo avuto problemi con la manutenzione del giardino di recente. Potrebbe interessarci un giardiniere. Posso chiedere le referenze alla contessa?»

«No! Oh no no, per carità! Lasci sta'.»

Raccontai tutta 'a storia ar direttore, fu gentile, me disse: «Capisco la situazione. Non le prometto nulla, però mi lasci il suo numero di telefono, le farò avere notizie.»

Forse j'avevo fatto davero pena. Du' giorni dopo er direttore me convocò e me affidò l'incarico de gestì er giardino da'a clinica, riservandose 'n periodo de prova.

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Questa è una storia di fantasia
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Letto. Riletto. Confuso. Bene.
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Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
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Gradevole, ma manca il marciume.
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Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
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Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.