Presi l'autobus e raggiunsi er palazzo de Elena. Respirai forte e sonai ar citofono.
«Chi è?»
«Elena, sò io. Te volevo dì che poi dopo tanti giri ho ritrovato me stesso. No a Katmandu, né in artre parti der monno, ma qua a Portuense. Nun ce crederai nemmeno, ma me stesso era rimasto proprio qua, sotto ar portone de casa tua.»
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?

Letto. Riletto. Confuso. Bene.

Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.

Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.

Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.

Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.