Racconto breve

L'ora triste

di Antonio Agrestini

Hitler ha battuto 'n ritirata e Fabrizio ha sbuffato, ha scolato er gin tonic, ha messo cinque euro sur bancone, ha detto: «Questa è 'a solita gente che rovina er monno» e se n'è annato.

'A sera, prima de chiude, spazzo er pavimento e raccorgo i cartoncini falliti der gratta e vinci, che cianno l'argento graffiato dall'unghie da'a speranza. Me pare de riconosce chi l'ha grattati, anche se bona parte sò de Marietto: «Se vinco manno affanculo tutti, voi, mi' moje, e scappo a'e Mardive co' quella der quinto piano che in ascensore me fa sempre l'occhi dorci.»

Sur tardi ariva Giovanni, er filosofo ufficiale der bar, se quarcuno se lamenta, pe' qualunque motivo, lui dice: «Ma che ve frega? Tanto dovemo morì tutti.»

St'iniziativa cià avuto così tanto successo che l'ora triste è passata a du' ore tristi, poi a tre ore tristi, fino ar punto che ormai è triste tutta 'a giornata. Allora Ubaldo ha modificato er cartello 'n vetrina: "Poi esse' triste un'ora ar giorno o tutta 'a vita, qua nun sarai mai solo. Te pare poco? Sconto fisso der 20% e noccioline gratis."

  • Indice:
  • condividi:
Questa è una storia di fantasia
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Marcel Proust
Marcel Proust
Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.