Il remake cinematografico

Prototipi extra-americani

di Antonio Agrestini

La storia perde di importanza, come un particolare nel vasto quadro d'insieme e paragonata al valore che assume lo sfondo con la rievocazione sontuosa e minuziosa della “belle époque” si riduce a un'esibizione di comparse da collocarsi come bei manichini nei luoghi più caratteristici […], dei manichini perciò, non personaggi in funzione di una morale, di un problema, di una satira vera e propria (19).

Per rafforzare queste impressioni, possiamo citare anche Sweet Charity (1969) di Bob Fosse, che «si risolve in un balletto musicale, dove la suggestione vagola tra il ricordo della Cabiria felliniana, la intramontabile bravura di Shirley MacLaine e lo splendore coreografico ingegnoso e raffinato», che finisce per usare il supporto originale offerto dal film di Fellini, Le notti di Cabiria (1957), come tappeto. Tutto questo non stupisce se pensiamo anche alla riduzione newyorkese di Romeo e Giulietta, condensata in uno sfarzoso e musicale West Side Story (Id., 1961, di R. Wise).

Difficilmente i soggetti importati riescono a stratificarsi come quelli autoctoni. L'industria cinematografica americana ha prospettive molto chiare: attua una ricerca verticale e temporale attraverso la storia del proprio cinema (stratificazione dei soggetti), e una ricerca orizzontale e spaziale, attraverso l'adattamento di soggetti nati in altri ambienti socio-culturali e geograficamente distanti (importazione dei soggetti).

In questo modo, nel bene e nel male, l'industria hollywoodiana non è mai a corto di materia prima necessaria alla realizzazione di nuovi film.

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Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.