Il remake cinematografico

Prototipi extra-americani

di Antonio Agrestini

Le corrispondenze sceniche cui Ejzenstejn si riferisce sono quelle tra la sua pedana circolare, usata per l'allestimento di Teresa Raquin, e i periàkti del teatro greco antico: entrambe sono strutture rotanti.

Tutto questo conferma la difficoltà insita nel compito di etichettare un film come remake “inconfessato”. È facile attribuire erroneamente delle paternità non troppo certe, soprattutto nei casi in cui il plot è basato su una struttura molto elementare.

Siamo arrivati a queste conclusioni nel tentativo di rispondere al quesito scaturito dall'analisi del film di McBride, e cioè se fosse possibile realizzare un film fuori dal contesto dei generi facendo leva, molto semplicemente, sul soggetto di un film d'autore.

Come avremo modo di confermare nel prossimo capitolo, il cinema d'autore ­­– che in questa circostanza identifichiamo tout court con quello europeo – è caratterizzato proprio dall'assenza di un vero e proprio plot, là dove vengono privilegiati altri aspetti. Qualora il plot dovesse chiaramente emergere, inevitabilmente esso, nella sua trasposizione americana, verrebbe inglobato in un preciso genere, anche se diverso da quello cui appartiene il prototipo.

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James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.