Racconto breve

Abbracciami

di Antonio Agrestini

In pochi giorni le richieste si moltiplicarono, a metà luglio fui costretto a distribuire il carico di lavoro su tre diverse stamperie di magliette.

 

ABBRACCIAMI

 

A settembre io e Germana avevamo già lasciato i nostri lavori e fondato una società a responsabilità limitata, lavorammo tutto l'inverno alla produzione delle magliette "ABBRACCIAMI" destinate alla collezione estiva. Litigammo per la prima volta: Germana sosteneva che la scritta con i caratteri minuscoli fosse più elegante, mi mostrò una versione con "abbracciami", un'altra con "Abbracciami".

«No e no! È ABBRACCIAMI tutto maiuscolo, su questo non ci piove!»

«Ma cosa ti cambia?»

«Perché il mio ABBRACCIAMI è tutto maiuscolo! Non si discute!»

«E va bene! Che cazzo! Che sia tutto maiuscolo!» disse Germana, uscì sbattendo la porta. La sera, preso dai nervi, scagliai diverse sassate contro l'insegna del nostro laboratorio. Le poche lampadine superstiti illuminavano la scritta BBRACC, sullo specchietto retrovisore l'insegna si faceva sempre più piccola quando, invaso dai primi forti timori di aver sbagliato tutto, mi immettevo sulla statale. Tra me e Germana si era edificato un muro di incomprensioni, di reciproche accuse, però ognuno di noi si impegnava nel rispetto del proprio ruolo e durante le settimane successive preparammo una gamma di colori più ampia, diversi modelli, un abbondante numero di capi e, soprattutto, consolidammo importanti accordi per la distribuzione. Già sul finire dell'estate tutte le scorte di magliette erano terminate, gli incassi avevano superato i migliori auspici.

 

ABBRACCIAMI

 

A causa degli impegni di lavoro avevo perso di vista anche gli amici più cari. La mia vita privata era un disastro. Uscivo la mattina presto, rincasavo molto tardi. Ero completamente solo. Solo con i miei soldi.

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Questa è una storia di fantasia
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James Joyce
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Letto. Riletto. Confuso. Bene.
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Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.
Jorge Luis Borges
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Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Edgar Allan Poe
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Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Charles Baudelaire
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Gradevole, ma manca il marciume.