Racconto breve

Affinché tu non prenda freddo

di Antonio Agrestini

«Capisci?» ha ripetuto: «Affinché tu non prenda freddo.»

Ho annuito, pensando che volesse aggiungere altro, ho detto: «Sì, capisco.»

Olga però non ha aggiunto altro. Ha preso la mia mano e, trovando il modo più gentile per pregarmi di lasciarla sola, ha sorriso e ha detto: «Grazie, questo cappello è davvero bellissimo.»

Si è voltata verso la ringhiera, il cappello le nascondeva il viso e gli anni, mi sono sporto un po' in avanti per guardarla meglio, aveva gli occhi chiusi. Mi sono allontanato senza disturbarla, stava guardando la vallata, forse non era nemmeno da sola. Ho raggiunto i colleghi, uno di loro stringeva i pugni e fremeva perché per la prima volta la sua concorrente aveva superato la curva della fontana e si proiettava sola al traguardo verso il chiosco bar.

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Questa è una storia di fantasia
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Marcel Proust
Marcel Proust
Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.