Racconto breve

Il bambino triste

di Antonio Agrestini

Aspetto una tua lettera da almeno quarant'anni, ma conoscendoti riesco a comprendere i motivi di tanto ritardo. Qui a Baltimora gli infermieri sono gentili e divertenti. Prima delle feste mi hanno convinto a vestirmi da Babbo Natale. Se tu mi vedessi faresti fatica a distinguermi da quello vero, insomma intendo da quello che tutti immaginiamo. Sono ingrassato molto e ho lasciato crescere barba e capelli. Ovviamente non avevo slitta e renne, ma due infermiere mi spingevano su una sedia a rotelle lungo i corridoi e poi nelle varie stanze. Distribuivo sacchetti di dolciumi, tranne un libro per la signora Harper che ha il diabete. La signora si è anche commossa: è rimasta nella sua camera a piangere per non so quanto tempo. Ora gli altri ospiti della casa di riposo continuano a chiamarmi Babbo Natale, anche dopo le feste, cosa che un po' mi inquieta. Tutto questo però mi ha ricordato le sere prima di Natale di tanti anni fa, quando attento a non svegliarti entravo in camera tua cercando la lettera che avresti dovuto scrivere a Babbo Natale, ma trovavo sempre il foglio bianco abbandonato sulla scrivania. Eri un bambino taciturno e incline alla malinconia e non perché tu non credessi all'esistenza di Babbo Natale, ma probabilmente – ora lo capisco – ti infastidiva l'idea di scrivere lettere a un uomo così stupidamente ottimista e gioioso. Neanche tu avresti saputo spiegare cosa ti rendesse così triste, e chiederti perché lo fossi sarebbe stato come chiederti perché non sei biondo, o perché non sei un albero o cose del genere. Essere felice non fa parte della tua natura, punto, e forse è solo chi ti circonda a farsene un problema, non tu.

 

Tua madre raccontava, sempre con un brivido, di quella volta che al parco ti invitò a unirti al gioco degli altri bambini e tu le sussurrasti all'orecchio che desideravi morire. Avevi solo sette anni.

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Questa è una storia di fantasia
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Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.