Racconto breve

L'iride e l'avvoltoio

di Antonio Agrestini

Questa cosa degli occhi l'avrei raccontata la sera stessa anche a Mauro e Giorgio, miei fratelli per parte di avvoltoio, impegnati ancora a rincorrere il pallone giù nel cortile. Mi avrebbero deriso, mi avrebbero chiamato gne gne gne, poi sarebbero rimasti svegli fino al mattino seguente con la smania di guardarsi l'iride allo specchio.

 

Decisi che Michela l'avrei sposata, certo, ma glielo avrei rivelato molto tempo dopo, quando avrebbe perso il vizio di lanciare brecciolino per elemosinare un po' d'affetto. Saremmo rimasti ancora dieci anni nell'orfanotrofio, smaniosi di uscire fuori dalle mura della nostra infanzia, ma già consapevoli che le cose migliori della vita albergano nel breve confine di un reciproco sguardo.

 

Asciugai i bermuda con il fon, li indossai e scesi di corsa nel cortile, confondendomi nel chiasso dei miei compagni. Poco dopo incrociai lo sguardo severo di suor Maria. Non ebbe nulla da dire perché non si accorse di nulla: né dei pantaloni lavati né del mio cuore rovesciato.

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Questa è una storia di fantasia
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.
Marcel Proust
Marcel Proust
Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.