Racconto breve

La pianista

di Antonio Agrestini

Tua madre aveva quel tipo di voce strascicata degli eroinomani, la pelle del viso tesa su punte d'osso, la bocca simile a un taglio sul cuoio. L’invitai ad entrare. Il suo cappotto portava in casa l'odore freddo dell'aria invernale. Stavo per sollevarti dal divano quando tua madre disse: «Avete un pianoforte!»

Mi voltai, si era tirata i capelli dietro l'orecchio, fu la prima volta che la vidi sorridere. Mi avvicinai a lei. Aveva una luce diversa negli occhi.

«Ho sempre desiderato un pianoforte» disse. «Vorrei tanto che mia figlia imparasse a suonarlo. Posso?»

«Ma certo.»

Tua madre si sedette al pianoforte, con una ingenuità quasi infantile suonò poche semplici note: Do Do Re Re Mi Sol. Suonò la melodia tre volte, poi tirò via la mano dai tasti come se l’avessero sorpresa a rubare qualcosa: «Scusatemi, è davvero tardi. Togliamo il disturbo.»

Lei non riusciva nemmeno a tenerti in braccio, così ti avvolsi in una coperta e ti portai fino nel tuo letto.

 

Quando giorni dopo tornasti in casa mia, decisi di insegnarti qualcosa. Fu un’idea spontanea quella di farti suonare la melodia di tua madre: mi si era ficcata in testa, non avrei saputo immaginare sul momento nulla di più semplice e nello stesso tempo carico di un qualche significato. Così con il tuo piccolo indice suonasti le note che ti suggerivo. Da quel giorno venisti a pranzo quasi sempre da noi, con grande dispiacere delle altre famiglie, perché ti eri innamorata del pianoforte.

Ora lo sai. Quella che suoni alla fine di ogni concerto è la melodia che compose tua madre, quasi per istinto, mentre tu dormivi sul divano e il mondo le crollava addosso. Con quelle poche note forse sperava di salvarti. Credo lo abbia fatto.

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Questa è una storia di fantasia
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Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.