Racconto breve

Manichini

di Antonio Agrestini

«Sicuramente non posso procurarti una testa, ma forse potrei aiutarti in qualche modo. A volte basta parlare.»

«Grazie Ginevra, ma davvero nessuno può capirmi. Nessuno.»

«Tieni, prendi questo» dice tirando fuori dalla tasca della tuta un foulard di seta rossa.

«Cosa sarebbe?»

«Lo sai. Tieni! Metti questo al posto di quel cuore di stracci annodato che ti sei procurato.»

«Come fai a sapere del mio cuore? Chi te l'ha detto?»

«Basta sentirti parlare. Un cuore di stracci non è mai davvero un segreto.»

Apro la lampo della giacca della tuta, infilo la mano nella cavità del mio petto, tolgo lo scotch e sostituisco lo straccio con il foulard di seta. La notte, a vederla senza nodi al cuore, è ancora più bella.

«Grazie Ginevra, sei un'amica.»

«Figurati, per così poco. Ora però buttalo via.»

Esito un po', scaravento giù dal tetto il vecchio cuore di stracci pieno di nodi, per un breve tratto lo vedo ondulare nel vuoto. So che dovrei dire qualcosa per esprimere la mia gratitudine, ma non ho parole né trovo il coraggio di voltarmi verso Ginevra, non voglio rovinare questo istante perché ora tutto è perfetto e immagino che entrambi abbiamo una testa sulle spalle, gli occhi impregnati di stelle, i capelli mossi dalla brezza, l'idea vaga di una carezza sulla guancia e un sorriso in grado di sciogliere ogni nodo del cuore.

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Questa è una storia di fantasia
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Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.