Ho immaginato er nome mio sur display de 'n telefono che squillava.
«Sò distrutta, me devi scusà» ha detto Sara co' 'a voce rotta dar dolore.
«Sara, grazie che m'hai avvisato. Condonglianze. Sò davero addolorato.»
«Eh, 'o sò. Voi eravate davero amici.»
«Sì, vero. Quanno ce sarà er funerale?»
«Domani a'e cinque, sempre qui a Santi Apostoli.»
«Ce sarò. Mamma mia che notizia. Sì, eravamo davero amici. Mario era l'urtimo amico che ciavevo. L'artri sò già morti tutti. Sò davero 'n omo sfortunato.»
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?

Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.

Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.

Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.

Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.

Letto. Riletto. Confuso. Bene.