I due si incamminano in un vicolo che si apre sul fondo della piazza, poi spariscono tra i palazzi.
«Poro Paoletto, era tanto bono. Ma che vordì "ar iu peolo"? No, n' sia mai me capita pure a me armeno so che je devo risponne.»
Le carte che Paolo ha lasciato sul tavolo tornano come prima, con i soliti simboli di denari, coppe, spade e bastoni.
«Oh, Paoletto ciaveva er cinque de coppe! Guarda che roba! Poteva fà scopa.»
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?

Gradevole, ma manca il marciume.

Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.

Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.

Letto. Riletto. Confuso. Bene.

Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.