I due si incamminano in un vicolo che si apre sul fondo della piazza, poi spariscono tra i palazzi.
«Poro Paoletto, era tanto bono. Ma che vordì "ar iu peolo"? No, n' sia mai me capita pure a me armeno so che je devo risponne.»
Le carte che Paolo ha lasciato sul tavolo tornano come prima, con i soliti simboli di denari, coppe, spade e bastoni.
«Oh, Paoletto ciaveva er cinque de coppe! Guarda che roba! Poteva fà scopa.»
