Racconto breve

I ciclisti

di Antonio Agrestini

Fra tutte quelle persone radunate sui marciapiedi, chi con un figlio sulle spalle, chi in punta di piedi, chi con la mano poggiata sulla fronte a parare il sole, chi invitando le donne presenti a togliere gli eleganti cappellini che impedivano la vista, ben poche sapevano qualcosa di ciclismo, ma Bartali e Coppi li avevano sentiti nominare spesso, e quindi stavano là, tutti ammassati, ad aspettare il passaggio del Giro d'Italia.

Giorgio tanti clienti al bar non li vedeva dall'ultima sagra delle melanzane, sebbene avesse dolore ai piedi continuava a distribuire bibite e caffè ai tavolini in veranda e poi tornava di corsa dietro il bancone a servire e a dare i resti. Il primo gruppo di ciclisti sbucò dalla curva del lavatoio e si dispiegò lungo la strada principale del paese. Una valanga di corpi. Gambe, ronzio di aria tra i metalli, nervi tesi. La folla salutava, agitava braccia, gridava: «Bartali! Bartali!», un gruppo poco più in là: «Coppi! Coppi!»

I ciclisti avanzavano ammassati e veloci.

«Bartali! Forza Bartali!»

Mario non riuscì a distrarsi: aveva nel portafogli un biglietto di sola andata per New York, dove lo attendevano un lavoro e una vita nuova, ma non aveva ancora trovato il coraggio di dirlo a sua madre. Coppi gli passò quasi sotto il naso, però Mario non lo riconobbe, anzi si estraniò dalla festa. Pensò all'America e cominciò a sgomitare per tornare presto a casa.

Amelia aveva disposto lungo il marciapiede le quattro sedie buone della cucina per garantire ai nipoti una visuale comoda. Quelli ci erano saliti sopra con i piedi, saltavano e battevano le mani e Amelia, in vano, non faceva che ripetere: «Scendete disgraziati! Mettetevi seduti! Mi rovinate le sedie nuove! Disgraziati, ci mancava solo Bartali!»

Guglielmo e Francesca stavano sugli opposti marciapiedi. Lei da pochi giorni aveva riportato indietro l'abito da sposa. Non erano riusciti a chiarirsi e da oltre due mesi si trinceravano dietro un reciproco silenzio.

  • Indice:
  • condividi:
Questa è una storia di fantasia
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.