A noi de famija manco ce risponneva più ar telefono e spesso ce toccava annà a verificà de persona che per caso nun fosse morta ner sonno.
Poco tempo dopo se sparse 'a voce che 'e cure de nonna Santina e der mago nun funzionavano. L'artrite continuava a fà male a braccia, gambe, dapertutto.
«Sò du' truffatori» dicevano. A'a fine fu nonna a beccasse 'na denuncia pe' truffa e abuso da'a credulità popolare. Stessa sorte toccò ar mago. Mi' nonna se beccò l'aresti domicijari.
«Hai visto no'? Volevi uscì da 'sta casa pe' esse' 'ndipendente e mo' te tocca restacce.»
«Tu statte zitto! Tutta corpa de quer mago de merda. Me rifanno male pure l'ossa, li mortacci sua! Me dole tutto!»
In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?

Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.

Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.

Mi ha ricordato qualcosa. Ma non so cosa. O quando.

Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.

Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.