Eppure, circa quindici anni dopo la pubblicazione del romanzo, si sviluppa in Francia la corrente dell'Impressionismo cinematografico che, come dice il nome, ha la «necessità di comunicare impressioni emotive e sensoriali», ed uno degli esempi più noti è costituito proprio da Il fu Mattia Pascal (Feu Mattia Pascal), che Marcel L'Herbier gira nel 1925.
Gli espedienti stilistici utilizzati nei film impressionisti erano sorprendentemente innovativi, mentre le storie risultavano piuttosto convenzionali. Queste prendevano spesso spunto da situazioni emotive particolarmente esacerbate; da qui si innescavano alcune possibilità narrative, come il ricordo del protagonista espresso attraverso flashback, o la visione dei suoi desideri, o ancora lo stato di ubriachezza, che avrebbero dato via libera a percezioni distorte della realtà circostante
[…]
. Come conseguenza, l'intreccio di questi film è spesso subordinato alle motivazioni psicologiche[…]
(25).
Da qui si evince l'opportunità che il romanzo di Pirandello offre. Tuttavia L'Herbier ritocca ulteriormente la trama al fine di renderla completamente calzante alle esigenze dell'Impressionismo.
Marcel L'Herbier prende spunto dal tema pirandelliano, ma sopprimendone l'ambiente naturale di piccola provincia crea una variante della trama conosciuta: Il fu Mattia Pascal è un individuo ribelle alle leggi dell'ambiente, è un pazzo, ma soprattutto un fantasioso. Così fantasioso da creare il proprio ambiente invece di subirlo: situazione completamente capovolta, alla quale bene si adatta la scenografia di Cavalcanti (26).
Come tutte le avanguardie cinematografiche anche l'Impressionismo, se non completamente, si allontana dalla narrazione, privilegiando la visibilità, il gioco dello sguardo, supportato in questo caso dalla tendenza allo svelamento psicologico del personaggio.
- « INDIETRO
- 16/29
- CONTINUA »




