Il remake cinematografico

Il remake nel cinema europeo

di Antonio Agrestini

Anche alcuni simbolismi (inferiate di casa della suocera per alludere alla prigione; crocefissi ovunque per insistere sulla religiosità) perdono il loro carattere appiccicaticcio per fondersi in un tutto positivo e nello stesso tempo aderente allo spirito complessivo del film (29).

A parte queste caratteristiche, il film di L'Herbier strappa il soggetto dal limbo dei romanzi non adattati al cinema. Il film diventa allora una sorta di filtro che, pur se involontariamente e al di là degli scopi del regista, trasforma una storia non cinematografica in un plot lineare e pronto a svilupparsi in ulteriori adattamenti.

Infatti nel 1937, esattamente tredici anni dopo, Pierre Chenal realizza la seconda versione cinematografica de Il fu Mattia Pascal (L'homme de nulle part). Il nocciolo di tutta la storia rimane ovviamente lo sdoppiamento di Mattia dopo la falsa notizia della sua morte.

L'Herbier, stando ai i mezzi dell'epoca e alle prerogative dell'Impressionismo, fa largo uso – come dicevamo – di simbolismi, come nel caso in cui Mattia toglie le iniziali MP dal suo cappello, o quando risolve il conflitto dello sdoppiamento di Mattia con diverse sovrimpressioni, «facendo apparire materialmente i due personaggi ormai rivali e facendoli agire sia separatamente che insieme». Chenal, che grazie all'avvento del sonoro può liberarsi dal fardello degli espedienti di cui si avvale L'Herbier, si appropria della trama bella e pronta. Egli ora può avvalersi di uno strumento preziosissimo: il monologo interiore di Mattia. Non c'è più alcun bisogno di simbolismi. Il mondo interiore di Mattia si esprime verbalmente, e così mentre tutta l'opera di L'Herbier poggia su «uno sfondo quasi di epopea soprannaturale», Chenal «attinge l'effetto soprannaturale del soggetto attraverso l'avvenimento quotidiano e normale» (30). s

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James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.