Il remake cinematografico

Il remake nel cinema europeo

di Antonio Agrestini

Perché, però, un tema profondo e peculiare come quello dell'identità è letto in una maniera così superficiale? Perché nessuno degli autori decide di sposare la causa pirandelliana, conducendo a sua volta un'indagine più sensibile sull'identità? L'impressione che ricaviamo dalle tre pellicole – fatta ancora eccezione forse per L'Herbier – è che vi sia un tentativo di restaurare una linearità naturalista della vicenda, proprio ciò da cui Pirandello si allontana. Quello che qui proponiamo è un problema che sorge dalla triangolazione tra il remake (di Chenal o di Monicelli), il film di L'Herbier (che si pone come forte termine di riferimento, parallelamente al testo letterario) e il romanzo di Pirandello.

Possiamo però azzardare una mossa che potrebbe risolvere i nostri quesiti. Seppure con l'unico scopo di approfondire la nostra ricerca, ci domandiamo se un film di Michelangelo Antonioni, Professione: reporter (1974), possa essere considerato come un remake – inconfessato, involontario o “velato”– de Il fu Mattia Pascal.

Naturalmente non trascuriamo il fatto che si tratta di un film prodotto nel periodo americano di Antonioni, per cui dobbiamo tener conto di tutte quelle premesse che bene abbiamo evidenziato nel precedente capitolo.

Francesco Bolzoni, riflettendo sulla struttura narrativa di Professione:reporter, scrive:

Il rimando al pirandelliano Il fu Mattia Pascal è, a questo punto d'obbligo. Ma Antonioni non restringe il problema all'interno della sfera dell'individualità. […] A muovere David non è il malessere o la noia di uno che sfugge a se stesso. Il reporter non pensa a vivere o a rivivere, fuori da inciampi, la propria storia. Intende, piuttosto, raccogliere e completare una seconda esperienza che gli sembra più ricca della sua di possibilità da spendere a favore degli altri. David, a ben vedere, opera a livello di cultura più che di azione. Risolve il problema della scelta, esistenziale e politica, secondo un espediente letterario.

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James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.