Il remake cinematografico

Il remake nel cinema europeo

di Antonio Agrestini

Herzog ci tiene molto alla fedele ricostruzione del vampiro protagonista, poiché esso esprime senso più di quanto non faccia l'intera trama.

La metafora di Herzog non è più solo nel tema-vampiro, ma anche e soprattutto nella denuncia che Nosferatu […] fa di sé come di qualcosa (un personaggio, una fantasia, un'idea del mondo) che esiste in funzione di qualcos'altro […] esistito già prima – e questo “prima”, abbiamo detto, risale all'anteguerra, alla Germania degli anni venti.

Il viaggio di Harker verso il castello del conte “non morto” (Nosferatu) è un viaggio alla ricerca di un anello di ricongiunzione (9).

Veniamo ora alle differenze tra i due film, e alla fedeltà apparentemente maniacale con cui Herzog riproduce il prototipo originale. Se parliamo di fedeltà maniacale è perché l'epigono di Murnau lavora fin nelle sfumature, come un modellista che si sforzi di riprodurre in scala le parti minute di un oggetto reale. Egli riprende ovviamente i costumi, il trucco, la struttura narrativa, ma pure la drammaturgia dei singoli attori e, addirittura, alcune angolazioni delle riprese. Nonostante tutto, basta l'aggiunta di pochi elementi nuovi ad incrinare qualunque proposito filologico: ci riferiamo ovviamente al dialogo e al colore.

[Tuttavia] la nostra percezione non prova apprensione, proprio perché Herzog inventa e riproduce un materiale esistente, commistione di vecchio e di nuovo, dove il colore rigenera il bianco e nero, dove la parola è muta, quasi assente, dove la macchina si angola allo stesso modo per riscrivere un'opera già scritta. Forse è stato Borges a dirlo: il desiderio e l'ambizione sono quelli di un poeta che riscrive, senza copiarlo, il testo di un altro artista. E' ciò a cui assistiamo in questo film, dove Herzog riscrive Nosferatu senza che il modello rimanga estraneo a lui, conservandone il ricordo, ed elaborandolo interiormente, riproducendolo fedelmente (10).

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Italo Svevo
Italo Svevo
Mi ha ricordato qualcosa che stavo per dire in analisi.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.