Il remake cinematografico

La stratificazione del soggetto nel cinema americano

di Antonio Agrestini

Martin, una sorta di bibbia sull’argomento, redatta con i bollettini originali del giornale di Tombstone. John Sturges ottiene così una sceneggiatura che presenta uno sfasamento temporale della storia che tanto lo appassiona.

Alcuni remakes attuano uno slittamento del punto di vista rispetto a quello della storia originale: la macchina da presa cioè si innesca nell'occhio di un altro personaggio che tradizionalmente non è il protagonista. In questo caso Sturges compie un’operazione simile, facendo però slittare il punto di vista nel tempo, come a voler discostarsi dalla vicenda principale allo scopo di vederla più chiaramente.

Questo tipo di soluzioni sembrano nobilitare il remake, soprattutto perché se il cinema è l’arte dello sguardo, allora è proprio il lavoro sullo sguardo che può apportare novità e dignità ad una trama già più volte ripetuta (24). Tuttavia si ha difficoltà a considerare Hour of the Gun come un remake vero e proprio poiché se da una parte si scorge in esso la notissima vicenda dell’O.K.Corral, dall’altra ci troviamo di fronte ad una trama quasi tutta nuova. E potrebbe forse essere davvero un sequel, come dichiara Sturges, se gli intenti contenuti in quest’ultimo film non fossero così radicati nel desiderio di raccontare la verità, come invece non succede in Sfida all’O.K. Corral. Un sequel, affinché possa meritare questa definizione, dovrebbe avere come fulcro dei personaggi ben scolpiti, in grado di mantenere inalterato il loro aspetto fisico e psichico nelle vicende più disparate. Invece Sturges si preoccupa proprio di rimodellare i vecchi personaggi, di donare loro una più concreta valenza storica e psicologica, il che significa svelarne anche le debolezze, le contraddizioni, gli errori.

Ecco allora che l’affermazione di Sturges, citata pocanzi, non è affatto contraddittoria.

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In attesa del tuo commento, cosa avrebbero detto loro?
James Joyce
James Joyce
Letto. Riletto. Confuso. Bene.
Edgar Allan Poe
Edgar Allan Poe
Un finale troppo sobrio. Avrei aggiunto un cadavere.
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Troppo sincero per essere alla moda. E troppo breve per essere noioso.
Jorge Luis Borges
Jorge Luis Borges
Questo racconto è un altro racconto che sogna di essere se stesso.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Gradevole, ma manca il marciume.