1.1.2 Il “mistero” del remake tra noir e gangster movie.
Benché Il mistero del Falco (The Maltese Falcon, 1941) di John Huston venga segnalato convenzionalmente come capostipite del noir, più raramente si accenna alla sua natura di rifacimento. Esistono altri due film tratti dal medesimo romanzo: il primo, omonimo e inedito in Italia, è diretto nel 1931 da Roy Del Ruth, su sceneggiatura di Maude Fulton, Lucien Hubbard e Brown Holmes e prodotto dalla Warner Bros.
Satan Met a Lady è invece il titolo del secondo remake (inedito in Italia) che William Dieterle gira nel 1936, su sceneggiatura del solo Brown Holmes e prodotto, ancora una volta, dalla Warner Bros.
Siamo dunque di fronte al comunissimo caso di un gruppo di remakes tratti tutti dal medesimo romanzo: The Maltese Falcon (1930) di Dashiell Hammet, lo scrittore che, insieme a Raymond Chandler e pochi altri, si impone come uno dei massimi esponenti dell’hard boiled novel o, più in generale, della letteratura noir.
Il filone della letteratura “noir” ha sempre corso in parallelo con quello del cinema. Uno ha fatto la fortuna dell’altro ed è inutile chiedersi, per esempio, se sia stato più utile il personaggio di Philip Marlowe a Robert Mitchum o viceversa.
La realtà è che il genere si presta moltissimo alla trasposizione sul grande schermo. Intrigo, azione, suspense sono elementi fondamentali per realizzare un buon film ed è logico che produttori e registi non si lascino scappare le storie più avvincenti (34).
Partendo da questa consapevolezza, possiamo domandarci per quale motivo il film di Huston abbia conquistato l’etichetta di noir mentre le versioni precedenti sono cadute nell’oblio. Uno dei motivi principali sta nel fatto che l’azione «non è sufficiente a caratterizzare un genere», poiché è l’ingrediente determinante di molti filoni.
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