1.1.5 Il “filone aurifero” del melodramma.
Parente stretto del musical, perché allo stesso modo mantiene un legame forte col decòr, il melodramma è il genere, o super-genere, che vanta il maggior numero di remakes.
I melodrammi si assomigliano, i temi si rincorrono secondo costanti, corrispondenze e «figures imposées», ma soprattutto, si è detto, il melodramma, ancora più di altri generi, ama e utilizza il remake, quasi un “filone aurifero” interno al genere e di sicuro successo.
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Testimonianza inconfutabile che il plot melodrammatico e strappalacrime funziona sempre e ripetitivamente… (85)
È infatti difficile scoprire gruppi di remakes melodrammatici che presentino differenze tra loro rilevanti a livello dei contenuti, delle implicazioni sociologiche e politiche, così come invece abbiamo rilevato in altri contesti.
Dopo le grandi invenzioni degli anni dieci e venti, l’evoluzione del melodramma negli anni trenta e in parte negli anni quaranta, si rifà in modo tradizionale ai suoi modelli classici e non inventa nulla, non si evolve. «La tradizione teatrale è troppo pesante perché questi film siano altra cosa che l’inscatolare senza immaginazione delle sceneggiature stereotipate, al servizio di attori senza sorprese» scrive Merigeau (86).
Ed infatti il melodramma sembra rispondere e porre rimedio ad una domanda di questo tipo: «Perché nessuno si meraviglia se a teatro lo stesso testo viene riallestito più volte e tutti (tanti) sono pronti a scandalizzarsi quando la stessa cosa si verifica sullo schermo?» (87). In realtà il melodramma cinematografico scandalizza solo i critici, che a lungo tempo lo snobbano come genere infimo, ma il pubblico non manca mai alle proiezioni, e soprattutto non lamenta mai la ripetizione dei plot già noti. Comunque, la causa della presenza massiccia dei remakes melodrammatici è tutta da ricercare nella sua relazione con il teatro, o con la teatralità.
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