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Il film è talmente veloce che è impossibile per il pubblico fermarsi anche solo per goderlo, meno che mai per riflettere sul suo significato profondo.[…]
La vera ricerca a cui si dedica Grant implica la ricostruzione delle origini bestiali dell’uomo che, suggerisce Hawks, non sono poi così lontane dalla sua condizione attuale, specie nella confusione del mondo moderno, dove le possibilità di regressione paiono infinite (94).
Ed effettivamente questo è il rischio di quasi tutte le commedie, i cui contenuti vengono facilmente opacizzati dal meccanismo comico.
Quando nel 1972 Peter Bogdanovich riprende il soggetto in Ma papà ti manda sola? (What’s Up, Doc?), non è certo per i contenuti. Secondo gli scopi della produzione, «il film serve a presentarci il giovane autore Bogdanovich, che è uno dei “nuovi” in America e che da noi è ancora praticamente sconosciuto» (95), e non esiste nulla di più sicuro di una trama già collaudata. Le variazioni sono irrilevanti, non c’è più il dinosauro da ricostruire, e stavolta lo studioso è un musicologo (Ryan O’Neal) in cerca di fondi per una ricerca che spera di ricavare da un premio, ma di nuovo incappa nella pestilenziale donna (Barbra Streissand) che finisce per sconvolgere i suoi piani, fino a sperperare i soldi del premio.
Se dunque la commedia può rivelarsi uno strumento non completamente efficace ai fini di una chiara satira sociale, che può essere colta forse solo dagli spettatori più attenti, i suoi meccanismi sembrano in grado di soddisfare pubblici di epoche diverse con la stessa intensità. Eppure a distinguere la commedia dal genere comico sono proprio i significati nascosti dietro le azioni, dietro i personaggi, che presentano sfaccettature psicologiche ben più espressive dei personaggi bidimensionali del film comico.
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